Valutazione
***
Titolo originale: J. Edgar
Anno: 2011
Durata: 137 minuti
Regia: Clint Eastwood
J. Edgar, film sulla biografia di uno dei personaggi più influenti del ventesimo secolo, sembra più volte poter raggiungere livelli davvero alti di cinematografia (e in alcune scene ci riesce anche), per poi ricadere però malamente nel campo della mediocrità; una mediocrità elevata, ma che comunque non soddisfa e pone Eastwood ben lontano da quella maestria che lo aveva contraddistinto sino a qualche anno fa (per intenderci, siamo distanti dal Clint di Mystic River, Million Dollar Baby e Lettere da Iwo Jima).
Da un lato scenografia e fotografia vengono promossi a pieni voti e danno alla storia quel tocco di autenticità che spesso viene meno in pellicole che affrontano tematiche storiografiche non più recenti. Dall’altro ci troviamo di fronte ad un film in cui troppo spesso prevale la sfera privata su quella pubblica e politica, mancando di alcuni doverosi approfondimenti tematici che avrebbero certamente dato una direzione più storica – e a mio avviso più interessante – alla pellicola. Ampio spazio è infatti dedicato alle vicende personali del protagonista (un ottimo Di Caprio), alle sue travagliate relazioni sentimentali (con la madre, il collega Clyde Tolson e la segretaria Helen Gandy) e alle sue più “gloriose” imprese (ridimensionate poi dallo stesso Tolson); tuttavia viene pesantemente tralasciato quel lato più delicato e controverso che avrebbe messo J. Edgar in una luce assai meno rosea di quella che sembra preferire invece Easwood (non un accenno ad un suo possibile coinvolgimento nel duplice assassinio di Martin Luther King e di Kennedy, così come troppo deboli le allusioni alla sua paranoia anti-comunista e alla sua avversione ai diritti civili).J. Edgar, film sulla biografia di uno dei personaggi più influenti del ventesimo secolo, sembra più volte poter raggiungere livelli davvero alti di cinematografia (e in alcune scene ci riesce anche), per poi ricadere però malamente nel campo della mediocrità; una mediocrità elevata, ma che comunque non soddisfa e pone Eastwood ben lontano da quella maestria che lo aveva contraddistinto sino a qualche anno fa (per intenderci, siamo distanti dal Clint di Mystic River, Million Dollar Baby e Lettere da Iwo Jima).
A coronare il tutto, un pessimo trucco per Di Caprio (Hoover) e per Armie Hammer (Tolson), che arriva in alcune scene quasi a distogliere l’attenzione dello spettatore tanto appare discutibile e “forzato”.
In conclusione, una pellicola che avrebbe potuto dare tanto ma che alla fine perde molto del suo potenziale e, pur non deludendo completamente, lascia un po’ l’amaro in bocca.
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